“D’I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE” n. 13 a cura di Gian Domenico Mazzocato

   

"D'I FIORI  E  DE  LE  FOGLIE NOVE"                                                                        n. 13                   

 

                              a cura di

                        Gian Domenico Mazzocato

"D'I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE" n.13 a cura di Gian Domenico Mazzocato

D’I FIORI E DE LE FOGLIE NOVE
N. 13

a cura di Gian Domenico Mazzocato
Francesca, Paolo e la Tavola Rotonda
Canto V dell’Inferno, il più famoso, il più letto. Il canto di Francesca, Paolo e del loro tragico amore. Gli amanti sono trasportati da una bufera che non si arresta mai. È il loro contrappasso. Come in vita si fecero prendere dal turbine della passione ora sono travolti da una tempesta che li travolgerà per l’eternità.
Visualizziamo il film come si presenta agli occhi di Dante. Inferno V, 40-51. E come li stornei ne portan l’ali / nel freddo tempo, a schiera larga e piena, / così quel fiato li spiriti mali // ….nulla speranza li conforta mai, / non che di posa, ma di minor pena. // E come i gru van cantando lor lai, / faccendo in aere di sé lunga riga, / così vid’io venir, traendo guai, // ombre portate da la detta briga; / …
Dolore assoluto, clima greve e pesante. Qui non c’è speranza. Nulla mai muterà. Eppure Dante, che sa giocare con i colori ma anche con i mezzi colori, stempera la pesantezza. E ci dà immagini di grande leggerezza, di uccelli in volo. Ci sta dicendo qualcosa. “Vi parlerò di anime perdute per sempre, eppure abbiamo qualcosa di importante da apprendere da loro. Francesca ha peccato, ma non è cattiva e la sua anima è bella”.
Dante vede, nel turbine della tempesta, due anime molto vicine tra loro e chiede a Virgilio di poter parlare loro. Siamo nel regno dell’odio, verso Dio e verso gli uomini. E Dante farà appello al loro amore. Ma com’è che siete arrivati a dichiararvi, a confessarvi il vostro amore. Inferno V, 127-138. Noi leggiavamo un giorno per diletto // …Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse: / quel giorno più non vi leggemmo avante.
Francesca e Paolo stanno vivendo una situazione tipicamente stilnovista. Secondo i precetti di Andrea Cappellano, l’amore è per definizione extraconiugale. Il matrimonio è altra cosa, un contratto, un atto burocratico e formale, un patto stipulato tra famiglie in cui gli sposi non mettono neanche il naso.
Nell’immagine: la copertina del libro Paolo e Francesca con testi di Emiliano Della Sale e illustrazioni di Elisa Puccioni.