Conferenza"del fare e del chiedere/fia primo quel che tra gli altri è più tardo(Paradiso XVIIvv.73-75)
ovvero Modelli di comportamento
da Cicerone al Rinascimento"
a cura di
Clelia De Vecchi
28-01-2025
Conferenza"del fare e del chiedere/fia primo quel che tra gli altri è più tardo(paradiso XVIIvv.73-75) ovvero Modelli di comportamento da Cicerone al Rinascimento" a cura di Clelia De Vecchi
Il tema delle buone maniere è presente in tutte le epoche. Già gli antichi si diedero delle norme di comportamento, in modo tale che vigessero la concordia e il rispetto tra cittadini. In epoca romana Cicerone, grande oratore e uomo politico del tempo, nonché brillante filosofo, parla del rapporto tra buone maniere e humanitas, affermando che gli uomini devono essere in grado di dar prova, allo stesso tempo, di moderatio e temperantia, ossia di senso della misura e di autocontrollo.
Dante, nel Convivio, si lamenta della mancanza di buona educazione. Boccaccio, nel Decameron , oppone alla disgregazione dei rapporti umani causata dalla peste la socialità dell’allegra brigata.
Erasmo da Rotterdam, nel 1530, pubblicò il De civitate morum puerilium, nel quale cercava di dettare ai bambini i primi rudimenti di buona condotta per educarli in vista della loro vita futura.
Ma Erasmo è solo uno dei tanti intellettuali che nel Rinascimento hanno trovato nella tematica delle buone maniere uno spunto per la loro riflessione. I più noti sono monsignor Della Casa, autore del Galateo, e Baldassar Castiglione, che scrisse Il Cortegiano.
Nella storia, quindi, la buona educazione è sempre stata un mezzo per potersi distinguere all’interno della società e i libri che ne parlavano hanno avuto una grande diffusione.Molte regole sono ancora valide ed è su di esse che si basano i fondamenti delle leggi e della convivenza civile nei rapporti privati e nella vita pubblica.
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