19.02.21 | Approdi letterari-2-I venerdì de#ladantetreviso

Lessico famigliare

Natalia Ginzburg (1963)

In casa Levi, bastava dire “De cossa spussa l’acido solfidrico”, “Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna” ed “Egregio Signor Lipmann” perché tutti i membri della famiglia ricordassero da quale simpatico aneddoto tali espressioni avevano avuto origine. “E subito risuonerà al nostro orecchio la voce impaziente di mio padre: Finitela con questa storia! L'ho sentita già tante di quelle volte!”

Natalia Ginzburg, come un moderno Virgilio, ci conduce all’interno del mondo autobiografico di aneddoti, piccole abitudini e modi di dire cari alla sua famiglia e ai suoi affetti, ai quali anche il lettore finisce per affezionarsi. Questo breve classico, che nella sua semplicità è un vero gioiello, trasmette sensazioni di dolcezza e di nostalgia, che invitano a ricordare e scrivere per fissare a futura memoria quel piccolo patrimonio di modi di dire “che ci farebbe riconoscere l’uno con l’altro, noi fratelli, nel buio d'una grotta, fra milioni di persone".

Natalia Ginzburg (Palermo, 1916-Roma, 1991), nata a Levi, è stata una delle figure femminili più importanti della letteratura e dell’editoria italiana del ‘900. Legata alla casa editrice Einaudi e a figure di spicco, quali il marito Leone Ginzburg, il cognato Adriano Olivetti e l’amico Cesare Pavese, è stata anche drammaturga, traduttrice e deputata della Repubblica. Tra le sue opere principali anche “Caro Michele” (1973) e “La famiglia Manzoni” (1983).

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